domenica 5 ottobre 2008

PER NON DIMENTICARE ANNA POLITKOVSKAJA


Martedì 7 ottobre sarà il secondo anniversario della morte di Anna Politkovskaia.
Una giornalista russa che ha pagato le sue testimonanianze con la vita.

Infatti Anna era da tempo impegnata a smascherare le bugie del regime di Putin e le nefandezze che in nome del popolo russo le truppe Federali e i soldati russi commettevano in Cecenia.

Anna Politkovskaja nasce il 30 agosto 1958 a New York da due diplomatici sovietici di nazionalità ucraina. Studia giornalismo a Mosca dove si laurea nel 1980.

Inizia a scrivere e a lavorare per l'Izvestija giornale moscovita fino al 1993. Successivamente fino al 1999 sarà responsabile della sezione emergenze-incidenti e come assistente del Direttore alla Obscaja Gazeta.

Si reca in Cecenia per la prima volta nel 1998, come inviata della Obscaja Gazeta ad intervistare Aslan Mashkadov, all'epoca appena eletto presidente della Cecenia.

A partire dal 1999 fino alla sua uccisione lavora per la Novaja Gazeta, pubblica contemporaneamente libri con toni fortemente critici su Vladimir Putin, su come conduce la guerra in Cecenia, Daghestan ed Inguscezia. Per questo verrà più volte minacciata di morte.

In Cecenia si è recata molto spesso, visitando campi profughi, intervistando sia militari russi che civili ceceni. Non risparmierà critiche alle forze russe in Cecenia, documentando minuziosamente gli abusi commessi sulla popolazione civile e sulle presunte connivenze e sui silenzi dei due primi ministri ceceni, Ahmad Kadyrov e suo figlio Ramsan, entrambi sostenuti da Mosca.

La Politkovskaja sarà chiamata dai terroristi che occupavano il Teatro Dubrovka, dove cercherà di condurre le trattative durante l'occupazione del teatro, prima che le forze russe decidessero di uccidere, ostaggi e terroristi con il gas.

Nel 2004 in settembre, mentre si sta recando a Beslan durante la crisi degli ostaggi, viene avvelenata in aereo, perde conoscenza e l'aereo è costretto a tornare indietro per permettere il suo ricovero. La dinamica dell'accaduto non verrà mai chiarita.

Nel 2005 durante una conferenza di reporter senza frontiere a Vienna sullal ibertà di stampa dichiara:
"Certe volte le persone pagano con la vita il fatto di dire ad alta voce ciò che pensano. Infatti, una persona può perfino essere uccisa semplicemnte per avermi dato un'informazione. Non sono la sola ad essere in pericolo e ho esempi che lo possono provare".

Anna Politkovskaja viene ritrovata morta il 7 Ottobre 2006 nell'ascensore del suo palazzo a Mosca. La polizia rinviene la pistola Makarov PM e quattro bossoli accanto al cadavere. Uno dei proiettili ha colpito la giornalista alla testa. La pista seguita è quella dell'omicidio premeditato ed operato da un Killer a pagamento. I mandanti sono ancora sconosciuti.
La polizia sequesterà il computer e tutto il materiale su cui stava lavorando Anna, un lungo articolo sulle torture commesse dalle forze di sicurezza cecene legate al primo ministro Ramsan Kadyrov. Gli appunti non sequestrati verranno pubblicati il 9 ottobre sulla Novaja Gazeta.

Ai suoi funerali più di mille persone, colleghi e semplici ammiratori pareciperanno alla cerimionia funebre.

Assenti i rappresentanti del governo russo.

Io credo che Anna Politkvoskaja meriti di essere ricordata, sopratutto come esempio di coraggio, per la forza delle sue denuncie, per le sue idee di giornalismo "obiettivo e di servizio".

Il suo ricordo sia di esempio ad un certo giornalismo di bottega e servo del potere che putroppo sempre più siamo abituati a tollerare e a far finta di non vedere.

"Sensibile al dolore degli oppressi, incorrutibile, glaciale di fronte alle compromissioni, Anna è stata, ed è ancora, un modello di riferimento. Ben oltre i riconoscimenti, i quattrini, la carriera; la sua vera sete di verità, è fuoco indomabile." (André Glucksmann su Anna Politkovskaja)

Vieffe



1 commento:

laformiotodidac ha detto...

Omaggio ad Anna Politkovskaïa

Colomba

In un deserto avaro
Di umanità,
Lo sguardo
Di una colomba
Si è posato
Dove i lupi, teste basse, non si stancano
Di urlare.

In un deserto avvelenato,
Avaro di verità,
Una colomba, questa sera, è caduta.

Anick Roschi 7 ottobre 09